Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 18 febbraio 2004 Ricorrenti voci su ipotesi, più o meno definite, di ristrutturazione (o smantellamento) del Centro di ecologia alpina sono state riprese e rilanciate anche dagli organi di informazione, nei giorni scorsi. Tutto ciò era, probabilmente, inevitabile. Non è detto, tuttavia, che faccia del bene all’Ente. Il Centro di ecologia alpina si è dimostrato, nel tempo, una struttura utile al territorio; ha prodotto apprezzati studi scientifici, contribuisce a formare ricercatori ed esperti nelle tematiche ambientali e dello sviluppo sostenibile, mantiene relazioni importanti con la comunità scientifica internazionale. In definitiva ci sono tutte le premesse – e non solo le premesse – perché possa fungere anche per il futuro, come lo è stato per il passato, da importante struttura a servizio dell’Amministrazione pubblica, con il compito principale di fare ricerca in campo ambientale e metterne a disposizione di tutti i risultati. Ciò non significa che non possano prevedersi adeguamenti sul piano organizzativo, primo fra tutto quella della “messa in rete” con altri importanti istituti di ricerca – pubblici e privati – che operano da anni in Trentino. Ci mancherebbe. Tuttavia, ciò dovrebbe avvenire in un contesto di rilancio e non, come sembra, con un malcelato desiderio di smobilitare o declassare il Centro, disperdendo il patrimonio di conoscenze ed esperienze acquisite. E’ altrettanto fuorviante che si parli di “accorpamenti” con altri Enti prima che siano definiti obiettivi e programmi di ricerca. C’è il rischio di trasformare Enti che, singolarmente presi, sono punto di riferimento di eccellenza nel proprio settore di ricerca, in “calderoni” ove si farà di tutto, ma con poche garanzie di qualità scientifica. La Giunta provinciale ha riservato al capitolo della Ricerca consistenti risorse, dimostrando lungimiranza nel perseguire un progetto di sviluppo del Trentino nel quale la Ricerca – ed il ruolo dei ricercatori – viene ad assumere un rilevante ruolo strategico. Ma proprio a fronte di un chiaro impegno programmatico e di un consistente investimento economico, in tale contesto di chiacchiere a ruota libera ed incertezze si corre il rischio – come spesso accade con gli istituti di ricerca – di provocare la fuga delle migliori risorse umane verso realtà più consolidate ed ambìte, con la conseguenza inevitabile di un declassamento di ciò che rimane e di una progressiva marginalizzazione dei nostri centri rispetto alle dinamiche internazionali. Tanto premesso, si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere: ─ se vi siano necessità, ovvero concrete ipotesi di nuova organizzazione del Centro di Ecologia Alpina ed in quale modo la Giunta intenda coinvolgere il personale del Centro nella scelta degli eventuali nuovi assetti; ─ se sia fondato il timore di pregiudicare finanziamenti europei già assegnati o di dover restituire quelli già concessi, nell’ipotesi di smantellamento del Centro di Ecologia Alpina; ─ se non ritenga sia necessario fornire nel breve periodo agli Enti di ricerca ed alle risorse umane che vi operano un quadro di sviluppo rasserenante, posto che è alquanto rischioso e controproducente mantenere attorno al futuro degli stessi Enti (ed a quello di cui si parla in oggetto, in particolare, ma anche degli altri) un clima di incertezza quanto agli obiettivi, alle risorse, al loro destino; ─ se non ritenga opportuno, quanto prima e nelle sedi a ciò deputate (amministrative, politiche e legislative) chiarire ulteriormente gli orientamenti della Giunta provinciale e tradurli in nuovi strumenti operativi per superare quella che, sempre più, rischia di apparire come una impasse dagli incerti sviluppi. Cons. dott. Roberto Bombarda
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